
La linea di home computers CPC di Amstrad è stata una degna pretendente al trono di sistema “principe” dei primi anni ’80, trono ha conquistato in Francia e che ha insidiato fino all’ultimo in Spagna allo ZX Spectrum.
Nonostante la maggior diffusione a livello mondiale del Commodore 64 l’Amstrad CPC a fronte di un hardware, per cosí dire piú “convenzionale” (era basato sul diffusissimo processore Z80 e non aveva chip grafici e sonori dedicati), è ancora oggi un computer molto apprezzato dagli appassionati che gli riconoscono ottime capacità di calcolo e d’immagine (caratteristici i suoi colori estremamente vivi, vero marchio di fabbrica della macchina) e per questo ancora oggi è un sistema che gode di un buon seguito ed è piuttosto richiesto sul mercato collezionistico.
Qualche tempo fa sono riuscito a “strappare” un CPC6128 a un amico ad un prezzo davvero irrisorio.
Andiamo a vedere come si è svolto il primo contatto con il nuovo arrivato…
Il modello 6128 era la punta di diamante della linea CPC e si caratterizzava per la presenza del disk drive integrato da 3″ (che errore da parte di Amstrad non optare per lo “standard” da 3,5″!) presente anche nel modello 664 ma a differenza di quest’ultimo la macchina disponeva di ben 128k RAM di memoria.
Davvero un’ottima dotazione per il tempo
Quella in mio possesso è un’edizione per il mercato spagnolo che si differenziava per la presenza del tasto “Ñ” sulla tastiera e la modifica alla rom necessaria per visualizzare tale carattere, nonché per le serigrafie su tasti e chassis in idioma iberico.
Uno dei punti di forza di questo computer, per cui se ne potevano apprezzare le spiccate doti “piccolo-professionali” già appena tolto dalla scatola, era la presenza di un sistema operativo veramente solido e ben fatto e che aveva il grandissimo punto a favore di fornire una compatibilità CP/M nativa che permetteva alla macchina di usufruire del parco software di questo SO professionale.
È chiaro che questa capacità faceva perno nella possibilità di un accesso al disco rapido ed efficiente ed in effetti il drive del CPC (e poi anche dello Spectrum +3) era davvero un’ottima periferica, veloce e ben gestita da uno snello DOS residente.
Purtroppo, croce e delizia di questa macchina, il drive è anche uno dei suoi punti deboli e la causa della maggior parte dei malfunzionamenti dei CPC dotati di drive oggi reperibili sul mercato e questo in mio possesso purtroppo non sfuggiva a questa regola: il drive del mio 6128 appena arrivato a casa non leggeva nessun disco!
Nel 90% dei casi i problemi di questo genere sulle macchine Amstrad (quindi anche dello Spectrum +3) derivano dal consumo della cinghia dei drive e in previsione di tale necessità mi ero già premunito della parte di ricambio per la spropositata cifra di 1 euro (!!!).
Appena trovato un momento di tempo libero decisi di mettere mano al mostriciattolo per verificare il problema del drive sperando di poterlo far tornare a ruggire come un tempo.
Ovviamente necessitavo anche una “guida spirituale” (e non solo) per le operazione di manutenzione e l’ho trovata in un articolo su “GameCollection.it” davvero eccezionale per chiarezza espositiva e dettaglio delle immagini.
Pensavo di fare una galleria fotografica del mio intervento di riparazione ma la suddetta guida è talmente ben fatta che preferisco fornirvi in calce all’articolo, il link per poterla vedere, primo perché non potrei assolutamente fare di meglio, secondo per rendere giusto omaggio a chi si è sbattuto per realizzare tale “how-to”.
Bene come potete vedere dalla foto pubblicata poco sopra, dopo aver aperto il drive era facile notare che non è che la cinghia si fosse rotta… NON ESISTEVA PIÙ!
Confortato da tale scoperta (se fosse ancora stata al suo posto avrebbe significato, con tutta probabilità, che il drive soffriva di danni ben più seri) pulisco i resti gommosi dal capstain e provvedo a montare la cinghia nuova.
Voilà. Non è stato difficile vero?
Bene rimonto il tutto e provo … Perfetto!
Purtroppo rimane insoluto un piccolo problema: ovvero il drive ha dei piccoli impuntamenti all’espulsione del disco, ma è un difetto che non si presenta sempre e con la medesima “intesità”. Anzi… Ci sono dischi che vengono espulsi perfettamente, altri che rimangono dentro (e bisogna aiutarsi con un cacciavitino per tirarli fuori … ma niente di grave), altri che escono poco, e altri che inizialmente escono poco e ad ogni pressione del tasto di espulsione escono un po’ di più.

Ed ecco nuovamente il CPC6128 capace di caricare i suoi piccoli capolavori (beh.. Altered Beast magari proprio capolavoro non era)
Ho notato che spesso le difficoltà di espulsione coincidono con problemi della molla che gestisce la finestrella di accesso alla superficie del disco. Se non va bene allora molto probabilmente il disco non uscirá.
A volte, però, dello stesso disco un lato lo espelle senza problemi e l’altro no.
Comunque non è un assolutamente un problema vitale.
Ah … un ultimo appunto.
Quando ormai era tutto rimontato mi sono accorto che COME SEMPRE in questo genere di interventi, mi è avanzato un pezzo, nella fattispecie un piccolo “pin” color dorato.
Inizialmente pensavo che non avesse niente a che fare con il CPC ma poi visto che stava proprio vicino all’area di lavoro ho deciso di cercare notizia in proposito.
Bene… su una pagina di CPCWiki (che vi linkeró a fine articolo) ho scoperto che tale pin è “colui” che permette al computer di verificare se un disco è o meno protetto da scrittura. L’assenza di questo farà si che il CPC veda tutti i dischi sempre protetti e quini impossibili da scrivere.
Se vi proponete di usare il computer per qualcosa di produttivo e non solo giocare, questa è una cosa fondamentale da tenere presente.
Fate attenzione quando cambiate la cinghia perché il pin è “automatico” che cada quando capovolgete il drive per smontarne la circuiteria quindi prendete le precauzioni necessarie per non perderlo.
Per conto mio visto che ho rimontato ormai tutto per ora il pin rimane fuori, ma appena possibile sicuramente mi perderò volentieri un’altra mezz’oretta per rismontare tutto e metterlo al suo posto.
Beh adesso vado divertirmi un po’ con questo giocattolo…
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