Doveva succedere.
Non poteva prolungarsi oltre l’attesa per un momento tanto atteso dal popolo del retrogaming ma direi dal gaming in generale. Un momento di cui si è parlato, speculato, fantasticato e sognato ormai per anni. Il momento in cui, finalmente, due giganti del passato, che negli anni d’oro hanno a lungo incarnato il concetto stesso di videogioco, tornano a calcare da protagonisti il palcoscenico del gaming a livello mondiale.
Si, avete capito bene… Sega e Atari sono tornate e con un partner d’eccezione.
Volete i dettagli su questa clamorosa notizia? Continuate a leggere…
Le cose non succedono mai per caso e stando attenti ai dettagli spesso si riesce a costruire puzzle forse complessi e complicati ma che, una volta che ogni pezzo finisce al suo posto, rivelano affreschi meravigliosi.
Questo è uno di quei casi.
Vi ricordate quando qualche tempo fa commentammo la notizia secondo la quale Atari USA era prossima al fallimento?
In quell’occasione facemmo notare che la procedura fallimentare invocata da Atari era più che altro un escamotage dei dirigenti americani per “sfilarsi” dallo scomodo controllo della casa madre francese cercando un “mecenate” che si facesse carico delle sorti della filiale americana per riportarla ai fasti che le competono.
Bene, dalle informazioni che girano insistentemente in rete in questi giorni e che siamo riusciti a reperire sembra proprio che tale mecenate sia SEGA!
Ma andiamo con ordine e ricostruiamo la vicenda.
La casa di Sonic, dopo la dipartita del Dreamcast si era dedicata unicamente allo sviluppo di software per piattaforme “terze” (Playstation 2 e 3, Nintendo Wii, Microsoft XBOX e persino PC), ma in effetti meditava da tempo un ritorno in scena in grande stile, ovvero il lancio di una nuova console. Purtroppo la seria congiuntura economica in cui versa la società aveva precluso ogni ulteriore sviluppo su una possibile piattaforma home gaming, questo nonostante SEGA disponga di una sezione R&D in continuo lavoro su architetture hardware in costante evoluzione per il mercato arcade (nonostante questo non sia più quello di un tempo) e che quindi potrebbero reggere tranquillamente il confronto con le macchine casalinghe attuali.
I veri problemi che SEGA deve affrontare per il lancio della nuova console sono essenzialmente tre:
- la distribuzione della macchina fuori dall’Asia.
- lo sviluppo di un sistema operativo di supporto all’hardware.
- la realizzazione di un nuovo SEGAnet per il gioco on line.
Il primo problema deriva dalla chiusura di Sega of America anni or sono in seguito al collasso del Dreamcast. Questa situazione seppur appropriata per contenere i costi ha provato SEGA di una importante testa di ponte per la distribuzione sui mercati occidentali.
Ed è qui che entra in gioco Atari USA.
La filiale americana della ex Infrogrames si era dedicata negli ultimi tempi null’altro che al ruolo di distributore per i mercati occidentali di titoli di case giapponesi (come ad esempio NamcoBandai) lasciando di fatto il ruolo di publisher alla divisione europea.
Questa sua capacità nel settore della distribuzione è quanto necessita SEGA per poter sbarcare di nuovo in occidente (l’intero continente asiatico non è un problema grazie ai “contatti” di Sammy).
Nei piani di SEGA la nuova console potrebbe addirittura essere marchiata ATARI sul mercato statunitense per sfruttare l’appeal di un marchio che nonostante i problemi del passato non è mai tramontato.
La macchina uscirebbe invece con il brand SEGA nei mercati asiatici ed europei.
La decisione di usare in Europa il marchio SEGA invece che Atari è ovviamente derivato dai problemi legali che si potrebbero avere nell’utilizzo di tale nome in un mercato in cui è già presente un soggetto che ne sia titolare.
In America tale problema non si porrebbe in quanto Atari USA con la scissione diventerebbe l’unica avente diritto all’uso del marchio Atari nel nuovo continente.
La partnership con Atari USA avrebbe inoltre l’INTERESSANTISSIMO effetto collaterale di dare accesso a SEGA all’intero parco titoli classici Atari di cui Atari USA è l’UNICA titolare a livello mondiale e questo in un periodo di forte richiamo per quanto concerne il retrogaming è davvero un aspetto interessante per la casa giapponese.
Parlando invece del sistema operativo che dovrebbe essere a corredo della nuova macchina la questione è solo in apparenza più complicata.
Il problema di fondo è che SEGA non ha praticamente NIENTE in cantiere per quanto riguarda lo sviluppo di un software che possa gestire un sistema di home entertainment e ovviamente dover iniziare DA ZERO la scrittura di un sistema proprietario potrebbe essere un processo costoso e soprattutto lungo.
Ma ecco che qui entra in gioco Google con il suo onnipresente Android!
….ma non come ve lo immaginate voi!
Seguendo con interesse lo sviluppo che hanno intrapreso piattaforme come OUYA e Piston e ricalcando quanto in passato venne abbozzato con il supporto a WindowsCE per Dreamcast ai vertici SEGA è venuta (per una volta) l’ottima idea di rivolgersi a un soggetto esterno per la fornitura del SO per la sua piattaforma e a chi rivolgersi se non al produttore di quel sistema che per modularità è praticamente alla base di ogni dispositivo elettronico consumer che non abbia impresso sullo chassis una mela o una finestra?
La richiesta di collaborazione con Google va ben oltre l’adozione di Android come sistema operativo.
Innanzi tutto il gigante di Mountain View realizzerà una versione “custom” di Android PRIVO degli strati di virtualizzazione che ne permettono l’uso su migliaia di dispositivi. In poche parole QUESTA particolare versione di Andorid potrà funzionare SOLO ED ESCLUSIVAMENTE sull’hardware SEGA.
Per tale scopo un prototipo del devkit (dal grazioso nome in codice “Knukcles”) è già in possesso di Google per la realizzazione del software di supporto.
Tale provvedimento è stato adottato per varie ragioni: primo evitare che sulla macchina possa girare software non certificato SEGA (purtroppo, quindi, niente homebrew ), secondo punto, conseguente alla prima questione, è evitare che software per la nuova console possa essere eseguito su una qualunque macchina carrozzata con Android.
Per ultimo la customizzazione è necessaria per garantire un accesso diretto alle caratteristiche della console e ottenere un brutale incremento delle prestazioni che sarebbe invece risultate fortemente penalizzate qualora non si fosse provveduto a “snellire” Android.
Ciononostante il vantaggio per gli sviluppatori sarà tremendo in quanto la macchina sarà comunque 100% compatibile con apps Andorid “generiche” e potrà beneficiare di tutti i tool di sviluppo che esistono per tale piattaforma più, ovviamente, quelli forniti da SEGA stessa ma che gioveranno della facilità d’uso che ben conosce chiunque si sia “sporcato le mani” con il sistema del droide verde.
La collaborazione con Google non finisce qui in quanto la “grande G” fornirà a SEGA il supporto per l’infrastruttura “on line” che permetterà a SEGA di rimettere in piedi il suo SEGAnet (chiamiamolo così per ora) in modo da avere una piattaforma per il gioco on line e la distribuzione di contenuti assolutamente competitiva rispetto a XBOX LIVE o Playstation Network.
Attualmente non è ancora chiaro se tale piattaforma avrà una qualche connessione con GooglePlay o ne sarà totalmente slegata.
Per quanto riguarda la macchina le sue caratteristiche hardware sono ancora top secret, ma è già trapelato qualche immagine di un prototipo assolutamente NON DEFINITIVO di console e controller.
Le uniche cose che sono date a sapere fin’ora è la presenza di un lettore BluRay come supporto per i giochi che potranno essere anche ottenuti da uno store on line e che i pad saranno (ovviamente) wireless. Nessun accenno a periferiche “touch” o di rilevamento di movimento (tipo Kinect, Wiimote et similia), ma non si può ancora dire.
Voci insistenti danno la console in vendita nella prima metà del 2014 ma sembra proprio che qualche “bomba” ufficiale su questa esplosiva partnership verrà data al prossimo E3 di giugno.
Concludiamo con un accenno al nome con cui questo progetto è attualmente conosciuto nei rispettivi gruppi di lavoro: MIRAI, parola che in giapponese significa futuro.
Non conteremmo troppo sul fatto che tale nome venga mantenuto al momento del lancio ufficiale della macchina (SEGA non è nuova a tali cambi) ma speriamo davvero che dopo tanto attendere il futuro di due pietre miliari della storia dei videogiochi sia di nuovo brillante.
Per approfondimenti su tutti i dettagli e i retroscena riguardanti questa incredibile notizia vi invitiamo caldamente a leggere QUI .
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Certo che sei proprio crudele. Pubblichi ‘ste cose degne di Dan Brown proprio il primo di Aprile…sadness