
E’ passato più di un ventennio da quando una meraviglia squarciò il panorama casalingo dell’home gaming. Era il 1987 quando la famosa casa nipponica NEC decise di introdursi in un mercato in espansione come quello videoludico, potendo contribuire con maestria e innovazione tecnica. Nacque così quello che tutti conoscono come la console dei miracoli del periodo, ovvero il PC ENGINE.
Ovviamente siamo nel periodo finale dell’era a 8 bit, dove Nintendo spopolava con il suo Nes e Sega ne minacciava la sua incolumità con il rivale MasterSystem. La Nec inizio una produzione di questa nuova console con l’intento di poter offrire al pubblico potenza e titoli di successo direttamente dalle controparti arcade ad un prezzo contenuto. La macchina venne realizzata in Giappone con una forma davvero accattivante e a dir poco minimalista. Un quadrato quasi 10×10 con uno spessore di 3cm che lo rendeva agli occhi dei più qualcosa di portatile più che una console casalinga. La macchina aveva un uscita video ( prima ver solo antenna ) un attacco frontale per il joypad e il power a blocco per l’accensione correlato alla slitta per le cartucce ( HuCard ). Ma cosa montava la console al suo interno per fare la differenza? La Nec assieme alla casa di sviluppo HudsonSoft unirono le forze per poter regalare elementi all’avanguardia che potessero dare ai programmatori quella leggiadria nel momento dello sviluppo.
Il processore era un 8 bit HuC6280 è coadiuvato da un chip grafico a 16 bit e da un chip specializzato di codifica video. Ed è proprio li nel processore grafico che veniva la sorpresa più lieta ai video giocatori. Il supporto su cui i titoli vennero sviluppati furono le HuCard, tali e quali a schede del telefono che però avevano una capacità minima di contenimento in fatto di memoria. Però grazie a piccoli stratagemmi, si trovò anche la maniera per potenziarle potendo così regalare risultati inaspettati. La console prese il sopravvento nell’oriente vendendo milioni di pezzi e facendo dirottare molti fan dala sua parte, potendo contare su titoli su licenza direttamente da Anime e Manga. Una categoria di titoli che glorificò la console furono gli shooter, che furono la massima espressione ludica, facendo sbalordire e radendo al suolo la concorrenza.
Nel corso del tempo la Nec produsse altre varianti del Pc Engine, dopo il primissimo modello Bianco, venne messa sul mercato la versione CoreGraphix, identica al capostipite solo di colore grigio topo, ma con una uscita video A/V video composito per adattarlo a qualsiasi tv anche non territoriale. Questo fece si che il mercato venne espanso anche verso l’occidente, in prima linea con quello di importazione parallela. Molti amatori si accostarono numerosi a questo piccolo gioiellino capace di cose straordinarie, basti pensare alla conversioni di R-Type, Shinobi e di OutRun da far gridare al miracolo. In quelle piccole card veniva fuori quella brutalità di programmazione che faceva la differenza.
La Nec non contenta del successone decise di investire in nuovi progetti e sviluppi, e visto che l’unico punto debole della console fu l’audio, tutto ricadde verso un nuovo supporto su cui programmare. Un supporto che potesse racchiudere un audio digitale e una capienza eleavata di memoria per il periodo. Nacque così nel 1989, il CD-Rom 1 per Pc Engine accostato a un modulo denominato Interface Unit che univa la parte Card a quella Cd-rom gestendo anche un uscita audio video. Le cose si fecero grosse, lo spirito d’innovazione portò la Nec ai vertici asiatici potendo così contare su qualcosa che nessuno ancora aveva tra le mani, un supporto ottico. Il primo gioco della storia su Cd-Rom per console fu un classico che spopolava in quel periodo, ovvero il memorabile Street Fighter di Capcom, ribattezzato Fighting Street per via della riscrittura su commissione da parte della Hudson soft. Il risultato fu grandioso, per la prima volta la gente oltre ad avere un prodotto pressochè identico alla controparte da sala, aveva un audio digitale a più canali con una pulizia senza precedenti per via del bitteragio audio di livello.
Da quel periodo in poi la mole di prodotti Nec vennero osannati dal pubblico e non si fermarono di sviluppare creando anche nuove varianti, nonchè ottimizzazioni delle stesse.Il parco videoludico fu assurdo. Uscirono valanghe di giochi per entrambi i supporti e la gente ne era appagata, l’unica nota sgradevole fu che la macchina fu rilegata al mercato nipponico non transitando in quello Europeo in maniera diretta, quindi solo per importazione e di conseguenza con prezzi salati non poco. Fatto sta che la console ancora oggi viene vista come un oracolo per gli amanti dei videogiochi, è da sempre una console amata dai collezionisti più sfegatati grazie alle sue numerose varianti e ai titoli di rara bellezza. Non averne almeno una a casa è un vero e proprio delitto!
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MCP
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Grande l’articolo del Ninja! E’ in preparazione qualcosa di grosso per omaggiare questa macchina…Stay Tuned!!! RetroIsTheOnlyFuture!