
PRESENTAZIONE
Crazy Cavey è un gioco per il Commodore Vic20 realizzato da S. Cross (Mr. Chip Software) e pubblicato nel 1985 dalla Mastertronic.
Come molte cover di quegli anni (e oserei dire, quelle del Vic in particolare…) l’immagine di copertina è tra il demenziale e il delirante. La custodia della cassetta ci presenta un cavernicolo con in pugno una chiave di pietra inseguito da un alieno su un disco volante…
Ai giorni nostri si potrebbe pensare che la copertina avesse lo scopo di far sorgere domande del tipo “Sono forse le chiavi dell’evoluzione?” o anche “da dove veniamo? Quali sono le origini dell’uomo?”
Ma queste riflessioni sarebbero forse in voga oggi, dove ragazzini “emo”, intellettuali o bimbiminkia riflettono sul significato dell’universo e sul senso del loro ruolo in questo mondo. Negli anni ’80 il massimo che un dodicenne potesse fare era digitare “LOAD” sul suo Commodore Vic20 e, dopo il fatidico messaggio “PRESS PLAY ON TAPE” avviare il Datassette e attendere pazientemente il caricamento del gioco.
CRAZY CAVEY ci mette nei panni di Cavey, un personaggio che deve aggirarsi attraverso 4 diversi livelli raccogliendo chiavi per poter poi passare attraverso l’uscita.
Il meccanismo del gioco è simile a quello del celeberrimo Manic Miner per lo ZX Spectrum. Tanto simile che potremmo definire Crazy Cavey quasi un clone del cult di Matthew Smith.
MECCANICHE DI GIOCO
Come già detto, lo scopo del gioco è quello di raccogliere tutte le chiavi disseminate sullo schermo e poi di raggiungere l’uscita, la quale è fruibile solo dopo che si è raccolta l’ultima chiave.
Ogni livello di gioco è costituito da uno schema di piattaforme collegate fra di loro da delle scale a pioli, il che rende lo schema di gioco più simile a quello di Donkey Kong che a quello di Manic Miner. Cavey può saltare, il che gli permette di oltrepassare le voragini che ci sono fra una piattaforma e l’altra, oppure di saltare eventuali ostacoli
Ci sono diversi problemi che rendono l’impresa di Cavey decisamente impegnativa. Prima di tutto l’aria: il tempo per raccogliere le chiavi è limitato. Nella parte inferiore dello schermo è visualizzata una barra gialla la quale diminuisce progressivamente. Inutile dire che se la barra si esaurisce significa che il nostro tempo a disposizione è terminato e quindi perderemo una vita.
Oltre a questo le caverne (ovvero i livelli) sono piene di mostri. Si, proprio gli alieni di cui parlavamo osservando la cover del gioco. Questi mostri hanno dei percorsi fissi e predeterminati: si muovono in senso orizzontale oppure in verticale. NON bisogna assolutamente farsi toccare da essi o Cavey ci lascerà le penne.
Alcune sezioni delle piattaforme, colorate in verde, “crollano” (o meglio, spariscono) una volta che ci si passi sopra. Questo finisce col creare delle nuove voragini che dovremo saltare se ci ritroveremo a dover passare di là. Altre sezioni, contrassegnate con la scritta “glue” sono invece cosparse di…colla: in altre parole, passandoci sopra il buon vecchio Cavey resterà bloccato per qualche secondo prima di poter riprendere il cammino. Inutile dire che queste zone collose sono sistemate in punti strategici, spesso proprio dove passano i mostri alieni, quindi perdere un secondo o due su di esse può essere letale.
Una volta raccolte tutte le chiavi possiamo dirigerci verso l’uscita e accedere così ad un nuovo livello.

Il nostro Cavey è finito sulla colla. Tempo un secondo e potremo riprendere a muoverci. Ci ha detto bene che in questa sezione delle piattaforme non ci sono mostri… ma il tempo? A che punto siamo con il tempo? Anche un secondo può essere vitale!
IMPRESSIONI
A mio avviso, Crazy Cavey è un gioco notevole. E’ generalmente incluso fra i preferiti di qualsiasi “vickista” di vecchia data, ovvero che abbia avuto un Vic20 e che ci abbia giocato negli anni 80. Le ragioni del mio parere e dell’affetto che la comunità di utenti ed ex utenti di Vic20 nutre per questo gioco sono molteplici. Innanzitutto, un fattore da non sottovalutare: gira su qualsiasi Vic20…il che significa una sola cosa: Vic20 inespanso! In 5k vengono racchiusi ben 4 livelli ognuno diverso dal precedente e tutti popolati da alieni di diverse forme (l’aspetto dei mostri cambia in ogni quadro). Negli anni 80 l’acquisto di un’espansione di memoria non era alla portata di tutti. Io stesso l’ho potuta avere solo in seguito, inizialmente il mio Vic era inespanso. Avere la possibilità di giocare ad un gioco con diversi livelli e grafica in alta risoluzione su un Vic senza espansione di memoria era una gran cosa
Inoltre, la grafica è colorata e i vari personaggi sono davvero “giganteschi”. In Crazy Cavey il display del Vic20 viene “ingrandito” (una cosa che si poteva fare con relativa facilitα sul piccolo Commodore, grazie alla versatilitα del chip custom VIC) e il personaggio principale, Cavey, sebbene blocchettoso (è praticamente un quadrato!) è coloratissimo. L’unica pecca sta proprio nel movimento di Cavey, che è un po’ troppo scattoso. Questo non pregiudica la giocabilità (anche se dovremo calcolare con attenzione in che punto posizionarci prima di fare un balzo per saltare da una piattaforma all’altra) ma stride se confrontato con il movimento dei mostri, che invece è fluidissimo.
L’audio è piuttosto semplice, ma per un gioco di questo tipo è più che funzionale. Particolare non da poco: il gioco memorizza l’high score e i controlli supportano il joystick. Queste caratteristiche, che oggi sono più che scontate (controllo con joystick, high score, tempo limitato, grafica multicolore, diversi schemi di gioco, effetti sonori ecc.) erano considerate un must all’inizio degli anni 80, e lo sono ancora oggi se consideriamo che questo gioco sta in soli 5k. E’ ancora sorprendente quello che i programmatori riuscivano a fare con le poche risorse che avevano a disposizione.Provatelo.
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