
I mondiali di calcio. Il sogno più importante per ogni giocatore che si rispetti. In questi giorni il mondo è in fermento per la nuova competizione Brasile 2014, e ho pensato di parlarvi di quel sogno espresso anche da uno dei personaggi più amati del mondo dei cartoni animati nipponici. Sto parlando del campionissimo Tsubasa Ozora, noto nel nostro paese come Oliver Hutton. Da sempre uno dei manga più discussi, per la maniera atipica di affrontare il tema del calcio giocato, ma allo stesso tempo affascinante e carismatico, con giocatori capaci di giocate e tiri a limite dell’impossibile. Ma non siamo qui a parlarvi della serie a fumetti o animata, ma di quella videoludica a lei ispirata. La domanda nasce spontanea, sarà una serie valida per appassionati di giochi di calcio? Beh scopritelo leggendo.
Partiamo dal presupposto che se conoscete la serie, già avete di sicuro dedotto, che il calcio come lo conosciamo in Holly e Benji non è stato mai convenzionale, quindi sapete anche che non potete aspettarvi un emulo di Kick Off o surrogati vari, ma una follia per veri appassionati. La serie Captian Tsubasa, nasce nel ormai lontano 1988 per mano di Tecmo su Nes ( Famicom ) in versione rigorosamente Ntsc – j. La serie dal 1984 spopolava in Giappone e la nota casa del sol levante decise di creare un brand che si avvicinasse tutto e per tutto alla serie tv quanto al fumetto stesso con tutte le peculiarità che lo contraddistinguevano. Il gameplay fu la chiave innovativa del gioco che virava molto più verso un RPG che un soccer game vero e proprio.
Fortunatamente ai fan piacque molto questa visione di gioco, tanto da divenire uno dei titoli più acquistati del periodo. Tutto si svolgeva con uno story line che rispecchiava la storia della prima stagione televisiva. L’impostazione del gioco iniziava con dei pre match tattici, dove eravamo impegnati a creare la nostra formazione da far scendere in campo conto i nostri avversari, controllando le statistiche numeriche che variavano tra potenzialità e stanchezza fisica. Fatto ciò, dopo il fischio d’inizio il nostro schermo si trovava diviso in due aree ben distinte. Quella inferiore mostrava il campo di gioco dove controllavamo l’azione in maniera dinamica, quella superiore invece mostrava la scena animata in tempo reale dei movimenti creati sottostante. La ritmica delle azioni veniva fermata ogni qual volta che un avversario si trovava a distanze ravvicinate. In quel caso attraverso ideogrammi dovevamo decidere il comando da utilizzare per proseguire; quali passaggio, cross, triangolo e così via. Una volta sotto porta o nelle vicinanze potevamo eseguire il tiro e indirizzarla dove volevamo. La cosa fantastica che in base alla potenza del giocatore potevamo spendere punti energia per sfoderare tiri speciali capaci di qualsiasi cosa. Questo rendeva pirotecnico non poco il gioco quanto gratificante. La parte sonora ridondante, nonostante cambiasse nelle varie fasi di possesso palla, o che avessimo l’azione contro. L’ansia arrivava con i minuti finali quando il brano diveniva straziante a ricordarci che i 90° era vicino. Ovviamente il titolo con se portava gran parte dei personaggi che hanno reso celebre la serie, e per gli appassionati tutto questo era la manna scesa dal cielo. Tecmo dopo questo successo commerciale scese di nuovo in campo due anni dopo con Captian Tsubasa II. Il successo fu ancora più grande del suo predecessore. Vantando di una grafica nettamente migliorata, e con un comparto comandi rivisto, le vendite schizzarono in alto immediatamente. In pratica Tecmo con la licenza di Captian Tsubasa fece decisamente Bingo. Prima di lasciare il panorama a 8 bit venne rilasciato per il portatile sempre di casa Nintendo, il GAME BOY, il simpatico Captain Tsubasa VS, una versione più snella adattata per due giocatori. Il gioco richiamava molto da vicino il primo gioco per Famicom solo ovviamente con una grafica monocromatica.
Siamo in piena era 16 bit e Tecmo decise di riprovarci ancora, sfruttando la potenza delle nuove console, tirò fuori dal cilindro quello che tutti proclamano il migliore della serie. Nasce quindi nel 1992, Captiain Tsubasa III – Kotei no Chosen per Nintendo Superfamicom. Un titolo spettacolare da vedere quanto da giocare con un bilanciamento a dir poco perfetto e con effetti spettacolari dettati dalla potenza del nuovo hardware di Nintendo. Un successo che tutti si aspettavano e che tutti speravano. Nel 1993 nasce sull’onda delle entusiasmo Captai Tsubasa IV – Pro no rival tachi. Ancor più evoluto tecnicamente e dal gameplay più sofisticato quanto complesso. Per far si che i fan non cadessero nella routine, la casa giapponese in accordo con l’ideatore della serie Yoichi Takahashi introdusse nella storia del gioco un personaggio inedito che farà da faro trainante a fianco del nostro idolo. La cosa interessante fu che il nuovo giocatore dalla folta capigliatura bionda veniva dall’Italia. Neanche a dirlo il successo fu enorme, ma nell’aria qualcuno sentì odore di possibile flop, e quindi lo staff decise a malincuore di cambiare il sistema di gioco per qualcosa di ancora più immediato sapendo che il rischio era dietro l’angolo.
Nacque così l’anno successivo Captain Tsubasa V- Hasha no shogo Campione. Che vedeva molti personaggi della serie animata militare anche nei nostri campionati di serie A e B. Seppur accolto in maniera esemplare, la diversità del nuovo capitolo rispetto ai predecessori fu per gli amanti della serie destabilizzante. Sta volta il gioco aveva un gameplay classico, più fedele ai più comuni giochi di calcio del periodo. L’anima RPG era sempre presente ma in una dose sicuramente minore. Purtroppo le vendite erano decisamente in calo, quindi prima di cedere la licenza tanto amata alla entranta Bandai, Tecmo si congeda ai fan della serie con Captain Tsubasa per Sega Mega CD. Un esclusiva unica di un livello pazzesco. Il primo reboot con grafica sbalorditiva, meccaniche classiche dei primi 4 capitoli, scene animate compresse e suono digitale di altissimo livello. L’ultimo omaggio di sicuro fu grandioso, anche se fece alterare non poco la scelta di produrlo su macchine Sega da parte degli utenti Nintendo. L’idea di sviluppare un gioco della serie su un supporto nuovo come il CD Rom fu troppo allettante, tanto da far convertire solo per questo titolo milioni di giocatori asiatici e non per poterlo giocare.
Purtroppo il gioco da come avrete dedotto non usci mai nel nostro paese, poichè circoscritto per il mercato giapponese. Ma fortunatamente l’import fece si che la serie arrivò anche da noi, conquistando molti appassionati. Certo la lingua per molti fu un grosso scoglio, ma con un po di pratica e tanta volontà tutto diventava fruibile e dannatamente divertente. Personalmente faccio parte di quella cerchia che li ha giocati tutti e li colleziona ancora tutti, e posso dirvi che per me è stata una delle serie più coinvolgenti e divertenti di sempre, tanto di giocarci anche in doppio a colpi di tiri del falco sui denti!
La serie completa dei giochi Tecmo:
Captian Tsubasa – Famicom 1988
Captain Tsubasa II – Famicom 1990
Captain Tsubasa III – Superfamicom 1992
Captain Tsubasa VS – Gameboy 1992
Captain Tsubasa IV – Superfamicom 1993
Captin Tsubasa V – Superfamicom 1994
Captain Tsubasa ( Reboot ) – Sega MegaCD 1994
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MCP

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Una serie interessantissima, cui Inazuma Eleven deve tantissimo! Ci voleva una retrospettiva, ben fatto!
Curiosità: il design dei primi episodi è opera di Michitaka Tsuruta, già autore di Bomb Jack e Solomon’s Key. Idolo assoluto.
PS sempre creduto si scrivesse “Hutton”