Manhattan Dealers – Violenza urbana su Home computer.

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Immaginatevi proiettati in un ghetto New Yorkese malfamato, sporco, dove la violenza e l’uso della droga sono di normale amministrazione. Solo un uomo è in grado di addentrarsi i questi luridi vicoli e riportare tutto alla normalità, ridando così un’ ordine sociale accettabile. Il suo nome? Semplicemente HARRY. E il titolo in questione è Manhattan Dealers.

Siamo nel 1988, in quel periodo ero in pianta stabile sul computer 16 bit di Commodore. L’Amiga si stava pian piano stabilizzando sul mercato grazie alla sua scelta variegata di titoli davvero degni di nota. Nuovi sviluppatori erano all’orizzonte, tanto che la mia attenzione cadde su un titolo alquanto particolare. Su alcune riviste di settore apparvero le prime foto di un gioco sviluppato da una nuova casa francese dal nome Silmarils. Il gioco in questione si chiamava Manhattan Dealers. Questi scatti mostravano location metropolitane dettagliatissime e personaggi cattivi degni del miglior film di Spike Lee. Un ambiente sub urbano ricreato alla perfezione. Il personaggio principale di nome Harry veniva mostrato con Jeans e giacca di pelle, pronto a farsi strada a suon di pugni e calci.

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Nel sotterraneo ci aspetta un killer armato di sega elettrica pronto a farci la pelle.

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Dal molo abbandonato ecco giungere una teppista armata di catena. Look molto 80′s.

Nei panni di questo vigilante, dovevamo riportare la tranquillità in questo inquietante luogo di perdizione e spaccio di stupefacenti. Muovendoci tra le location del quartiere, il nostro impiego era quello di eliminare tutta la gang che gestisce lo spaccio e recuperare la droga per poterla bruciare, fino allo scontro con il boss che detiene il potere. Il gioco quindi si presenta come un beat’em up a scorrimento orizzontale con la possibilità di muoverci anche in profondità raccogliendo oggetti contundenti da utilizzare. Il nostro personaggio aveva un vasto quantitativo di mosse a disposizione che facevano la differenza se usate bene contro i nostri rivali. I nemici per l’appunto oltre ad essere affascinanti come stili estetici, ( come punk, giocatori di basket e Ninja ) erano anche abili a mostrare caratteristiche di combattimento diverse. Chi usava armi come mazze o catene, o mosse di arti marziali di discreta precisione e potenza.

Gli ambienti erano a dir poco spettacolari con profondità tridimensionale e totale libertà di movimento. Ogni zona era realizzata in maniera minuziosa e dettagliata. Potevamo osservare davvero particolari interessanti capace di catturare la nostra attenzione. Ricordo come se fosse ieri lo stupore nel combattere vicino al molo abbandonato o nel piccolo playground. Tutto mi ricordava quel capolavoro di Double Dragon, solo che in questo gioco oltre a menare le mani avevamo anche un compito parallelo da monitorare creando così ancora più coinvolgimento.

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Il playground ottimo terreno di gioco!

Diciamo che come primo titolo, la Silmarils si presentò al pubblico in maniera interessante. Però non fu tutto rosa e fiori. Purtroppo il gioco era afflitto da alcuni problemi in primis la scattosità del suo scrolling. Fortunatamente seppur fastidioso non vedere una fluidità funzionale su un gioco del genere, la giocabilità rimaneva sempre alta. Altra nota negativa era la durata, decisamente troppo corta. Se si era bravi con un oretta si arrivava ai titoli di coda a livello difficile. Per molti un passo falso che fece inorridire i puritani, per altri un tripudio di idee e innovazione sviluppate in maniera sufficente. Parlando in maniera oggettiva posso dire che Manhattan Dealers ancora oggi rimane un gioco affascinante e ricercato per gli amanti del genere. Personalmente continuo ad amarlo ancora oggi pur sapendo dei limiti tecnici ben evidenti. Altra nota stonata fu la traccia sonora che rimaneva un po troppo ripetitiva, si passava dal brano “OH SUSANNA” con un loop disarmante ed estenuante a momenti di silenzio puro, dove solo i rumori ambientali erano messi in evidenza. In quel caso si elevava un grandioso senso di realismo.

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Pronto a darle di santa ragione.

Il titolo uscì su diversi supporti per home computer sia a 8 bit che 16 bit, ma possiamo dire tranquillamente che quella Amiga rimane la nostra prediletta, seppur quella Atari ST si comportasse maledettamente bene. In America per motivi di distribuzione Manhattan Dealers venne ribattezzato come Operation: Clean street , nome decisamente molto più didattico ma meno trainante. Fatto sta che se si cerca un picchiaduro a scorrimento non banale per home computer con un ottima profondità, il titolo in questione rimane da reperire senza mezze misure, ma non è affatto facile purtroppo.

 

Vi lascio con il video di gioco!

 

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MCP

Originariamente creato dal fondatore di ENCOM, Walter Gibbs, l'MCP era solo un programma di scacchi e venne lasciato incorporato nei sistemi informatici aziendali. Anni dopo , Dillinger modificò questo programma, trasformandolo nell'amministratore della rete aziendale. Tuttavia, l'MCP sviluppò la capacità di apprendere e di crescere oltre i confini della sua programmazione originale e fu a quel punto che arrivò Emiliano Buttarelli che, con il suo seducente accento romanesco, lo convinse di essere suo padre. Da quel giorno l'MCP vive soggiogato dal Buttarelli e viene utilizzato come super-ultra-utente amministratore ( con la poltrona in pelle umana) per entrare dentro al blog di RGM e fare il culo a tutti.
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