
Chi da ragazzino ha amato il genere fantasy? Personalmente credo che qui siamo in molti. Fin dagli albori questo genere fantastico conquistò migliaia di artisti in tutto il mondo, illustratori, registi, e programmatori. Mentre la tecnologia avanzava in maniera inesorabile, una software house nota sotto il nome di Palace Software decise di realizzare un titolo davvero unico. Per la prima volta qualcosa di inatteso, violento, e decisamente tattico apparve all’orizzonte. Sto parlando dell’ unico e inimitabile “Barbarian: The ultimate warrior”.
Ideato da Steve Brown nel 1987 per Commodore 64, “Barbarian” fu un titolo veramente interessante e innovativo, ispirandosi alla mitologia e alla letteratura Fantasy, e omaggiando pellicole come “Conan – il barbaro” con il grande Arnold Schwarzenegger. Quello che ne risultò, riuscì a rendere felici migliaia di videogiocatori della vecchia scuola.
Ispirandosi volutamente alle formidabili illustrazioni del grande Frank Frazetta, l’intento di Brown era quello di realizzare un prodotto di impatto visivo imponente, capace di far sgranare gli occhi agli appassionati del genere, e allo stesso tempo avvicinarli ad un altro genere che iniziava a spopolare nelle sale giochi: il picchiaduro.
Steve Brown, armato di grandi idee, decise di farsi riprendere da una videocamera mentre effettuava mosse di attacchi con la sua spada di legno.Un team di grafici ricalcò su dei fogli lucidi trasparenti tutti i vari fotogrammi, per poi trasferire le immagini dei lucidi nel gioco, pixel per pixel. Un lavoro a dir poco minuzioso e decisamente molto articolato, ma questo era il modo di procedere se si voleva trasmettere il realismo e la brutalità.
L’hype del team era elevatissimo e i primi risultati di programmazione diedero grosse soddisfazioni. “Barbarian” stava venendo su una meraviglia. Brown, decisissimo a differenziare il suo prodotto a livello commerciale, scelse di non condurre la campagna pubblicitaria basandosi su disegni e grafiche, ma bensì sul realismo fotografico. Decise quindi di ingaggiare persone vere per promuovere il suo prodotto. Vennero così chiamati due modelli: Michael van Vijk, e la meravigliosa Maria Whittaker, nelle corrispettive parti di barbaro e principessa. Ovviamente, solo il vedere la Whitakker vestita di niente sulle confezioni del gioco, fu motivo di incremento di vendita esponenziale.
Tornando al gioco, il gameplay sul principio era piuttosto semplice, per diventare sempre più complesso nell’andare avanti. Tutto si presentava come un “beat’em up” a incontri. Il classico VS mode, 1P vs CPU, o vs 2P.
Il giocatore armato di spadone a due mani doveva sconfiggere l’avversario togliendogli tutta l’energia. Oltre ai molteplici attacchi era possibile colpire il rivale con un calcione piazzato per allontanarlo. La cosa bella erano le numerose contromosse e parate che allungavano i tempi degli incontri.
Se si era abili, era possibile anche terminare la partita con una sorta di super mossa che permetteva di decapitare il nostro rivale, terminando così immediatamente il round. Molto bello poi, era vedere un goblin venire a prendere la testa e il cadavere del nemico battuto e portarlo fuori dallo schermo. I fondali erano alquanto suggestivi, seppur fissi e soltanto lievemente animati in alcuni tratti. Si passava da fitti boschi a vulcani, nonché segrete. Molto belli anche i campionamenti vocali a inizio e fine incontro, che trasmettevano un senso di solennità al tutto.
In pratica, alla sua uscita sul mercato, il pubblico poté godere di un titolo affascinante, capace di incollare il giocatore allo schermo fino al suo non semplice completamento.
Seppure un po’ ripetitivo in alcuni frangenti, Barbarian appariva come un affascinante e dinamico affresco fantasy, violento come pochi. Il successo di vendite su C64 fece sì che l’anno successivo venisse sviluppato anche su macchine tecnicamente superiori a 16 bit, come Commodore Amiga e AtariST, e il successo del gioco raddoppiò.
Per la Palace e la Epyx (che si aggiudicò i diritti per la distribuzione del gioco in Nord America dove è conosciuto con il nome di DEATH SWORD) fu un successo tale da mettere in cantiere, nello stesso anno, il suo sequel.
Che ve lo dico a fare? Questo è un gioco che ogni giocatore che si rispetti deve avere sul suo vecchio home computer. Tanto venne trasposto in tutte le salse quindi non vi sono scuse. Correte a reperirlo, o rischierete la testa!
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Perfetta recensione!! Ci ho passato le ore, sia con il glorioso C128 che con il mitico AMIGA!!! Ero arrivato ad un punto che sapevo a memoria in che punto dello schermo piazzarmi per decapitare l’avversario…; ragazzi, bravi!! Siete forti!! Ve lo dice un papà che a 41 anni suonati,al sabato e alla domenica si mette a giocare con suo figlio (6anni) con l’Amiga (emulato) ed é un vero spasso!! Sito davvero ben fatto. Nei preferiti SUBITO!!! Solo RETROGAME!!!