
Al giorno d’oggi parlare di Horror games è diventato quasi riduttivo dato che la tecnologia sta portando i titoli di nuova generazione verso un realismo pauroso, nel vero senso della parola. Ovviamente è un bene per chi ama questo emozionante genere che sta conquistando una vasta fetta di mercato, ma visto che noi paliamo di passato, non dobbiamo assolutamente dimenticare le origini del famigerato concetto di Survival Horror. Quindi, uno come me che ama l’Horror in tutte le sue salse, può non parlare del capostipite di questo terrorizzante filone video ludico? Direi proprio di no, ecco perché sono tornato indietro di oltre trent’anni con la mia macchina del tempo per parlarvi del raccapricciante Haunted House per Atari 2600.
Siamo nel 1981, e la console casalinga Atari si stava imponendo sul mercato con molteplici basi installate in tutto il mondo. Oltre alle numerose conversioni arcade, per rendere accattivante l’acquisto della console vennero realizzati nuovi e originali titoli sperimentando generi che potessero attirare l’attenzione degli appassionati. Le avventure labirintiche iniziavano a stuzzicare la fantasia di molti giocatori, tanto che il passo successivo fu quello di provare a spaventare il pubblico dandogli un senso di tensione durante le sessioni di gioco. La sfida fu quella di far nascere un genere d’impatto che miscelasse ricerca e colpi di scena. L’ horror game stava prendendo vita.
Ecco quindi nascere il primo video gioco dell’orrore della storia, l’ incredibile Haunted House. Accolto con fascino e mistero, il gioco di Atari seppe con maestria fondere i classici Maze games con meccaniche innovative. Di per sé la bellezza della confezione era un obbligo all’acquisto. Un’illustrazione evocativa, tanto bella quanto inquietante, colpiva il pubblico con il suo forte impatto visivo. Mi ricordo che da ragazzino, quando entravo nei negozi, ne ero spaventato quanto incuriosito ma la voglia di provarlo era elevatissima.
Haunted House metteva il giocatore nei panni di un ragazzo di nome Zachary Graves all’interno di una casa infestata. Lo scopo era quello di fuggire all’esterno recuperando dei frammenti di urna mentre si evitava ogni sorta di pericolo. La casa era divisa in tre vasti piani e un seminterrato, tutti completamente al buio. La visuale era dall’alto e metteva in mostra i soli occhi del nostro personaggio. Era piuttosto inquietante vedere queste orbite bianche in un nero intenso girare le stanze in lungo e in largo. Con noi potevamo portare un massimo di tre oggetti che andavano da classiche chiavi per accedere a nuove stanze a scettri scaccia presenze. Ovviamente lo scopo era riportare alla luce i tre frammenti dell’urna che avrebbe posto fine al tremendo incubo. Con il pulsante fire del joystick potevamo accendere dei fiammiferi che creavano un alone luminoso attorno a noi, dandoci la possibilità di vedere muri invisibili e creature misteriose. Le mostruosità erano variabili, si passava da enormi ragni a classici pipistrelli svolazzanti, fino a terribili fantasmi.
L’atmosfera ricreata era incredibilmente spaventosa e le sole nove vite per portare a termine il gioco rendevano la sfida davvero ostica e accattivante. La difficoltà progressiva era davvero ben calibrata e sicuramente divenne il suo punto di forza. Anche se sul piano visivo il gioco non colpiva molto, mostrando i grossi limiti grafici tipici della macchina e del periodo, era però capace di stimolare la fantasia in maniera smodata e riuscì a coinvolgere migliaia di giocatori. Paradossalmente quei limiti si trasformarono in essenza e innovazione, rimanendo impressi nelle menti di molti old gamers. Azione, ricerca e spaventi caratterizzavano al meglio questo titolo. La sopravvivenza e la scoperta di elementi ci catapultava in nuovo concetto di videogame. Atari aveva colto nel segno, inaugurando così quello che venne ridefinito come survival horror solo 10 anni dopo.
Sul piano sonoro Haunted House non lasciò il segno come si auspicava, oltre al suono dei passi e vari rumorini striduli, regnava un silenzio assoluto. Nonostante qualche piccola incertezza sul lato tecnico, il successo fu davvero elevato. Il gioco vendette molto e Atari dormì sonni tranquilli.
Nel 2010 la stessa Atari decise che c’era bisogno di riportare sul mercato quello che fu uno dei suoi maggiori successi del passato, ecco quindi nascere il remake dello stesso Haunted House trent’anni dopo. Questa volta in veste totalmente tridimensionale e con effetti di gran qualità, senza però stravolgere le meccaniche originali. Un ottimo titolo che seppur con meno atmosfera sapeva divertire senza troppe pretese. Se amate il genere Horror e non conoscevate questo titolo, vi consiglio di recuperare un bell’Atari 2600 e provarlo nonostante possa sembrare drasticamente obsoleto. Provate ad assaporarlo e volgete il vostro occhio al passato pensando di trovarvi di fronte al progenitore di un genere che attualmente terrorizza e diverte milioni di video giocatori.
Dulcis in fundo beccatevi la video-recensione del gioco tratto dal canale YouTube di The RetroGames Machine.
Buona visione!
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MCP
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