Alpha Mission II (SNK – 1991) – Recensione NeoGeo

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Il NeoGeo è riconosciuto come una piattaforma sulla quale hanno visto la luce alcune delle migliori saghe di picchiaduro della storia, e forse per questo, per l’enorme hype che tali titoli hanno generato nel pubblico a scapito di altri,  la “line-up” della macchina è generalmente considerata alquanto monotematica con pochi elementi di spicco in altri generi ludici. Ad un attento osservatore, invece, non sarà difficile rendersi conto che il parco titoli della macchina era invece piuttosto variegato soprattutto nel suo  primo periodo di vita. Alpha Mission II ne è un esempio lampante.

Il primo capitolo della saga di Alpha Mission era decisamente simile a Xevious

Il primo capitolo della saga di Alpha Mission era decisamente simile a Xevious

Alpha Mission II, conosciuto in Giappone con il titolo di ASO II – Last Guardian, è uno shoot ‘em up sequel di un precedente e non molto consciuto coin op prodotto nel 1983 sempre da SNK. Il primo capitolo della serie presentava una classica struttura a scorrimento verticale in cui il giocatore avanza con la propria navicella spaziale in un territorio zeppo di agguerritissimi nemici attraverso il quale dovrà farsi largo a suon di laser e bombe per eliminare gli avversari aerei e terrestri rispettivamente. Questo schema di gioco non può che far venire in mente il ben più conosciuto XEVIOUS e se il vecchio Alpha Mission si fosse limitato a replicarne passivamente le caratteristiche non sarebbe certo rimasto nella memoria dei cultori del genere nonostante la pregevolezza della parte tecnica. Alla SNK però seppero introdurre delle innovazioni davvero interessanti nella meccanica di gioco offrendo la possibilità al giocatore di ampliare la sua potenza di fuoco. Raccogliendo delle icone che appaiono sul terreno distruggendo i nemici terrestri il velivolo del giocatore vedrà incrementare la sua velocità, la potenza dei laser o delle bombe.

Le armature disponibili in Alpha Mission

Le armature disponibili in Alpha Mission

La parte più spettacolare del gioco però era costituita dell’ulteriore potenziamento a disposizione del nostro piccolo caccia monoposto che raccogliendo una serie di componenti lasciati dai nemici distrutti potrà costruire una serie di armature che permetteranno di utilizzare per un certo periodo di tempo delle armi devastanti e dagli effetti spettacolari. Questo peculiare sistema di armamento rendeva l’offerta ludica del primo Alpha Mission davvero interessante  soprattutto in un periodo in cui gli shooter non avevano ancora sperimentato quella sorta di “boost” verso l’utilizzo dei power ups che fu introdotto massivamente pochi anni più tardi soprattutto da Nichibutsu e Toaplan. Nel 1983 Alpha Mission era davvero un passo avanti agli altri shoot ‘em up e avrebbe meritato sicuramente maggior successo. Probabilmente memore della bontà del concept di questa sua opera i ragazzi della SNK decisero di dare al titolo una seconda possibilità sviluppando un sequel che avrebbe fatto parte della line-up di lancio del NeoGeo.

L'armatura FIRE in Alpha Mission...

L’armatura FIRE in Alpha Mission…

Purtroppo la potenza del “mostro di Osaka” non ha portato quelle innovazioni che sarebbe stato lecito aspettarsi e in Alpha Mission II l’azione scorre esattamente lungo gli stessi binari tracciati dai designer ben 8 anni prima. Mentre segnaliamo con soddisfazione l’introduzione di una modalità a due giocatori in contemporanea  le uniche novità apportate alla meccanica di gioco sono un sostanziale rinnovamento dei mezzi avversari e dei loro pattern di attacco (e ci mancherebbe!!) e la presenza di “denaro” da raccogliere ed utilizzare nei negozi alla fine di ogni livello per poter comprare nuove armature , alcune delle quali hanno delle armi davvero impressionanti. Purtroppo sia la modalità a due giocatori che la presenza degli “shop” fra due livelli erano ormai degli standard per gli shoot ‘em up dell’epoca e questo fece si che Alpha Mission II, non offrendo ulteriori elementi distintivi nel game play, perdesse quel primato nell’innovazione di genere che invece fu lustro del suo predecessore. Il gioco è comunque intrigante nella meccanica e frenetico nell’azione ma è, purtroppo, reso ancor più impegnativo da uno stile grafico dettagliato ma un poco confusionario che tende a nascondere nello sfondo i nemici piu piccolo o i proiettili avversari rendendo la vita difficile al giocatore già impegnato a dover raccogliere i componenti delle armature.

...e la sua versione rinnovata in Alpha Mission II

…e la sua versione rinnovata in Alpha Mission II

I boss di fine livello pur non essendo una novità né per il franchise (erano già presenti nel primo capitolo) né tantomeno per il genere, essendo praticamente imprescindibili in ogni shoot ‘em up esistente, sono ben animati ed interessanti nel design e nei pattern d’attacco ma non costituiscono una sfida insormontabile per il giocatore esperto, soprattutto se dotato dei power ups più potenti, risultando cosí una specie di “break point” utile per tirare un po’ il fiato dalla frenesia dei livelli standard. Dal punto di vista tecnico tutto gira fluido  ed il gioco mostra alcuni degli effetti grafici che diverranno il marchio di fabbrica del NeoGeo negli anni a venire anche se qui, come logico per un titolo di lancio, sono ancora abbastanza rozzi. Insomma, a conti fatti Alpha Mission II è sicuramente un buon gioco, anche se non realizzato al top, che saprà divertirvi e appassionarvi soprattutto quando farete l’abitudine al “caos” che regna sullo schermo.

Uno dei boss di Alpha Mission II

Uno dei boss di Alpha Mission II

È però doveroso sottolineare la mancata occasione di rilanciare con forza un titolo che nella sua prima apparizione seppe innovare profondamente il genere sparatutto pur non riscuotendo un clamoroso successo, mentre questa nuova incarnazione del titolo SNK segna il passo non reggendo il paragone con i tanti capolavori apparsi sul mercato nel corso degli otto anni trasocorsi tra le due versioni. Peccato.

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Vittima della video invasione degli alieni del 1978 viene totalmente privato della volontà e plasmato ad immagine e somiglianza dei "Nuovi Dei" digitali dai loro contemporanei araldi robotici giapponesi. Piombato in un abisso informatico dal quale è impossibile riemergere vive la costante evoluzione tecnologica con fervente entusiamsmo ma con la consapevolezza che non c'è futuro se non si conosce e si rispetta il passato. Commodoriano di ferro ma con solide e profonde radici Atariane, non potrebbe trovarsi a suo agio se non in una gabbia di matti... e per questo sta tanto bene nella redazione di The Retrogames Machine...

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