La potenza è nulla senza “controller”

controllers

Nella storia delle attività svolte dall’uomo, ogni epoca viene caratterizzata da miti ed eroi a cui tributare meritati onori, così come disgrazie e sciagure contro cui inveire nei secoli dei secoli (amen). La storia dei videogiochi non fa eccezione e ognuna delle “ERE” in cui essa viene suddivisa presenta diversi oggetti, facenti parte di diverse categorie, che vengono osannati per il loro aver saputo essere innovativi od oggettivamente migliori, e altri che vengono vilipesi pesantemente per la loro infamia o inutilità. Oggi vogliamo offrirvi una panoramica sui controllers che hanno segnato la storia dei videogiochi, nel bene e nel male, e che si sono convertiti in icone dei loro tempi.

Il controller è forse il segno più distintivo di una console, quello che la rappresenta nel corso di tutta la sua esistenza e con cui verrà identificata in futuro. Anche oggi come allora una console può cambiare anche radicalmente il suo aspetto estetico, il suo design, aggiungere o rimuovere caratteristiche più o meno di rilievo, ma raramente verrà modificato il controller che vi era originariamente associato. Pensiamo solo alle innumerevoli varianti che ha subito il design dell’Atari VCS. Una console storica, simbolo dei videogiochi, divenuta un’icona immediatamente identificabile con il concetto stesso di videogame, non tanto per se stessa ma per quello che è il suo joystick. Ma anche oggi, se consideriamo la Wii, la Xbox360 e la PS3, il simbolo, la vera identità di una macchina è il suo controller. È logico. Il controller è in realtà l’unico mezzo che fisicamente mette in comunicazione (“interfaccia” si sarebbe detto correttamente a quel tempo, ma con una superficialità forse involontaria) l’essere umano con la macchina. È quell’estensione che più di altre ce la fa identificare sensorialmente. Il disegno, l’ideazione o realizzazione di un controller possono essere la discriminante tra il successo o il fallimento di una macchina. Anche in questo campo cosí peculiare la storia dei videogiochi offre vincitori e vinti che in questo caso non sempre coincidono con il dominatore di una generazione. Andiamo quindi a scoprire il TOP e il FLOP delle varie ere video ludiche nel mondo dei controllers.

1ª generazione

TOP: Paddle
Qui non c’è molto da scegliere. A quel tempo il controller analogico era praticamente l’unico sistema di HUMAN INTERFACE disponibile. Ed era anche logico che lo fosse vista la tecnologia che veniva implementata a quell’epoca. A conti fatti svolgeva ottimamente il suo compito dovendo controllare solo una serie di cloni di Pong, e quindi era difficile che se ne trovasse uno scomodo o che funzionasse male… Ma qualcuno ci riuscì! FLOP: Nessuno

2ª generazione

VCS

Atari VCS 2600

TOP: Joystick Atari VCS 2600
Non credo ci sia bisogno di troppi giri di parole per presentare il mitico joystick dell’Atari VCS. Nella sua essenzialità si rivelò un controller che sfiorava la perfezione, e che a distanza di anni (o meglio di decenni) è ancora tra i preferiti di moltissimi videogiocatori che ne apprezzano la grande precisione ed ergonomia. Certo, con il senno di poi, non è esente da difetti come ad esempio disporre di un solo tasto di fuoco e l’essere decisamente “unfriendly” nei confronti dei mancini, ma se è stato capace di elevarsi ad icona non solo della sua generazione ma praticamente della stessa idea di videogioco, chi siamo noi per affermare il contrario?

5200

Atari 5200

FLOP: Joystick Atari 5200
Non è un segreto che nella prima metà degli anni ’80 “Videogame faceva rima con Atari” (vabbé, non letteralmente, però dai, ci siamo capiti). La ditta di Sunnyvale aveva praticamente monopolizzato l’opinione pubblica per quanto riguardasse il divertimento elettronico, e questo tanto nel bene quanto nel male. Non è un caso che Atari venga citata come la pioniera delle vette più alte che l’industria ludica raggiunse al tempo ma anche come fonte delle disgrazie che la afflissero, e una prova la abbiamo anche coi controllers di questa generazione i cui top e flop sono, anch’essi, appannaggio di Atari. Del top abbiamo già detto; il flop è il controller dell’Atari 5200 Supersystem, un controller sinceramente ben pensato che avrebbe dovuto coniugare quanto di buono proposero i competitor di Atari (come il tastierino numerico di Intellivision e Coleco, e lo stick analogico del Vectrex) ma che si rivelò un disastro quanto a realizzazione. Sorvolando sulla SCARSISSIMA qualità costruttiva (quando invece il joy del 2600 era un carroarmato) il difetto principale del comando era che lo stick analogico NON era autocentrante! Un vero incubo per quei giochi che richidevano precisone e velocità di esecuzione (ovvero circa il 99% della produzione ludica del tempo). Il malcontento dei possessori del 5200 (oltre ad una serie di politiche commerciali sbagliate in puro stile Atari post VCS, ma questa è un’altra storia) , li obbligò di fatto a comprare ottimi controller di terze parti, e fu di tali proporzioni da decretare il fallimento della macchina.

3ª generazione

nes

Nintendo NES

TOP: Pad Nintendo NES
Ok. Se vogliamo dirla tutta in questa generazione non vi sono macchine che brillino particolarmente per il controller che le accompagnava. Pare difatti che i designer di tutte le case produttrici di hardware fossero cadute vittima di un’atroce pandemia di SQUADRITE. Questa insolita patologia (da non confodersi con lo SQUADRISMO) rendeva incapaci i progettisti di creare oggetti che non avessero forme terribilmente ed inesorabilmente SQUADRATE, e per questo assolutamente anti-ergonomiche. Ovviamente tra tutti i controller presenti sul mercato c’era comunque un top che in questo caso era rappresentato dal pad del NES. Perché? Ma ovviamente in virtù della sua MERAVIGLIOSA croce direzionale, marchio di fabbrica della GRANDE N, la cui precisione rasentava la perfezione e che non vi obbligava a preoccuparvi di premerla in un certo modo per far si che il personaggio sullo schermo facesse esattamente quello che desideravate. Anzi, a volte sembrava davvero il “prolugamento dei vostri polpastrelli”. E meno male! In fondo già era una tortura sufficente dover tenere in mano quella “cavolo” di tavoletta QUADRATA, o no?

7800

Atari 7800

FLOP: Controller Atari 7800
Devo dire la verità, sono stato a lungo titubante se affibbiare la palma del flop di 3ª generazione al pad del Sega Master System o al controller dell’Atari 7800, poi però mi sono reso conto che veramente non avrei mai dovuto avere un dubbio simile, non solo perché il controller del Sega Master System è impreciso e frustrante da dominare mentre quello del 7800 è incredibilmente preciso nel NON ESEGUIRE il vostro input, non solo perché il controller Atari è realizzato con dei matariali che definire scadenti è incredibilmente magnanimo, ma anche perché il 7800 è l’unica console (a mia memoria almeno) venduta con due diversi controller nelle versioni americana (il joystick PRO-LINE) ed europea (l’Atari pad) ed entrambe OSCENE in quanto a design, ergonomia e risposta. Un primato del genere meritava essere celebrato in qualche modo.

4ª generazione

snes

Super Nintendo

TOP: Pad Nintendo SNES
A volte nella vita uno deve lasciare da parte i sentimenti e le opinioni personali, guardarsi allo specchio, accettare la realtà e i fatti per quello che sono. Questa è una di quelle volte. Sono sempre stato un sostenitore di SEGA nella console war dei primi anni ’90. Ammaliato dal carisma della GRANDE S e dei suoi sontuosi coin-op, avevo eletto il Megadrive a mio alfiere dell’intrattenimento consolaro domestico, anche se però, al tempo, non avevo i soldi per comprarlo (o meglio, non avevo i soldi per comprarmi le cartucce). E poco me ne fregava di Mode7, SuperFX, Marii e Yoshi vari. Per me il Megadrive rimaneva superiore in tutto rispetto al Super Nintendo. Oddio, superiore in tutto-TUTTO no. Quel cavolo di controller a forma di fagiolo messicano non era male, ma forse in un burrito sommerso di guacamole ci sarebbe stato meglio. E poi, cavolo, aveva solo 3 tasti, e mentre i miei amici nintendari stavano lì a pestarsi in casa con Street Fighter II coi loro bei 6 tasti colorati (vabbé, 4 colorati e 2 grigi. Pignoli!), io dal mio amico Daniele, quello che aveva il Megadrive e mi faceva sbavare davanti a Super Shinobi, mi ritrovavo a “switchare” tra calci e pugni con il tasto START. Tristezza. E poco importa se in seguito il “fagiolo” fu sostituito da un nuovo pad bello fiammante a 6 tastazzi, con forme che avrebbero anticipato lo STUPENDO controller del successivo Saturn. Ormai la battaglia sul fronte controller di 4ª generazione era stata vinta da Nintendo che con un blitzkrieg clamoroso aveva stabilito un nuovo paradigma e cioè che il giocatore casalingo voleva annegare nei tasti di fuoco, e mi aveva lasciato una cicatrice sullo zigomo a futura memoria della batosta subita.

cdi

Philips CDi

FLOP: Controller Philips CDi
Ma che è? Un telecomando? Un puntatore laser? Un topo addormentato? Boh? A onor del vero bisogna dare atto che il flop si riferisce al primo controller in dotazione al CD-i che successivamente fu venduto con un pad “propriamente detto” ispirato a quello dello SNES (ma guarda un po’) e paurosamente simile al GRAVIS GAME PAD per PC. Questo nuovo controller, ben lungi dal raggiungere l’eccellenza, era però per lo meno DECOROSO, ma da solo, ovviamente, non riuscí a risollevare la macchina Philips dalla disastrosa situazione di mercato (e non solo) in cui versava.

5ª generazione

psx

Sony Playstation

TOP: Sony PlayStation DualShock
Parlare del DualShock non è facile. Che altro si può dire a proposito di questo meravigilioso controller che non sia già stato detto? Forse che ha portato la luce dell’ergonomia più estrema dopo lunghe epoche buie di controller in fondo tutti uguali? Forse che è stato il primo che ha offerto ai giocatori degli strumenti che non ritenevano tutto sommato necessari (doppio controllo analogico e force feedback) e li ha resi uno standard de facto per ogni controller a venire, per quanto economico esso fosse? Forse che si è posto come termine di paragone dei controller di successo per le generazione a venire? A dire il vero si potrebbe dire di tutto e di più riguardo al DualShock, ma per quanto ne potrete parlare non riuscirete MAI a parlarne male.

jag

Atari Jaguar

cd32

Commodore Amiga CD32

FLOP: Controller Atari Jaguar / Pad Commodore CD32
Con il senno di poi appare davvero curioso che le due grandi regine degli anni 80, divise e contrapposte in tutto, siano unite in un triste epitaffio alla loro storia scritto da due macchine che sanciscono il loro addio al mercato dell’informatica personale. Il Jaguar ed il CD32 furono delle macchine fallimentari su tutta la linea, che forse non decretarono da sole la rovina di Atari e Commodore, ma sicuramente furono identificate come esempi del declino inarrestabile ed inesorabile dei due colossi made in USA. Ben poco delle due macchine si salvava e quel poco soccombeva nell’approssimazione ingegneristica e perdendosi nel caos progettuale. I controller non facevano eccezione ed erano tanto scadenti da meritarsi in ex-aequo il poco ambito titolo di “flop generazionale”. Se il controller del Jaguar era di una scomodità assurda con la sua forma e mole da citofono (ma non la cornetta che avete in casa, proprio tutto il pannello per comunicare con 45 appartamenti che è appeso fuori dal portone) ma tutto sommato offriva una qualità di controllo nella media, il pad del CD32, al contrario, presentava un design elegante tutto sommato pratico e funzionale ma, essendo probabilmente stato costruito con la plastica delle sorprese kinder, era di una fragilità sconcertante (c’è chi ha assicurato si averlo sentito CIGOLARE e SCRICCHIOLARE durante l’uso) e offriva una precisione di controllo a dir poco indegna. Ognuno dei due dispositivi primeggiava (in negativo) rispetto all’altro in un aspetto, per cosí dire, complementare, a tal punto che, paradossalmente, dai (pochi) punti positivi dei due se ne sarebbe potuto realizzare uno accettabile. Davvero una conclusione beffarda della guerra che vide fronteggiarsi le due leggende dell’informatica, alla fine unite in un comune destino di cui il controller delle loro ultime sfortunate macchine era forse l’immagine più emblematica.

6ª generazione

cubbo

Nintendo GameCube

TOP: Pad Nintendo Gamecube
Credo di non esagerare quando affermo di trovarci davanti a uno dei MIGLIORI controller di sempre. Nintendo fece tutto bene con il Gamecube (a parte il marketing) e il pad a corredo della macchina non fu da meno. Delle scelte stilistiche innovative, ma meno azzardate di quelle fatte con il pad del Nintendo 64, ci hanno regalato uno strumento di un ergonomia unica che quasi si fonde con le mani del giocatore, il quale mai (e forse MAI PIÙ) come in questo caso sente di avere davvero a portata di “dito” il controllo totale di ogni possibile azione di gioco. La tradizionale precisione dei controller Nintendo fa poi il resto, consegnandoci una piccola opera d’arte che, forse a causa del non clamoroso successo della macchina a cui era abbinato, non ha trovato la sua consacrazione definitiva presso il grande pubblico, finendo troppo presto dimenticato. Certo, non era esente da critiche, come ad esempio la croce direzionale forse troppo piccola, la strana presenza di 3 tasti dorsali invece dei canonici 4. Forse anche la sua spiccata personalità ed ergonomia, in casi estremi, potevano rivelarsi un limite, non permettendo ad ogni giocatore di adattarsi alla sua particolare ma vincente conformazione. Però il fascino e la qualità di questro controller travalicano i suoi piccoli nei, e ne fanno un gioiello da scoprire e riscoprire ogni giorno.

dreamcast

Sega Dreamcast

FLOP: Controller Sega Dreamcast
A volte mi chiedo che diavolo passasse per la testa ai dirigenti di SEGA verso la fine degli anni ’90. Ad un decennio di successi nel settore dei coin-op e dei sistemi casalinghi ne seguí uno in cui i prodotti oggettivamente validi e potenzialmente di successo vennero rovinati da scellerate decisioni di marketing e tecniche. Il Dreamcast, purtroppo, non fa eccezione. Una macchina eccezionale in grado di precorrere i tempi e dominare il mercato, ma alla quale tagliarono le gambe le politiche aziendali di SEGA e (sebbene in misura molto minore) un controller che presentava scelte progettuali per lo meno discutibili. Disegnato e realizzato intorno alla rivoluzionaria (secondo i tecnici della casa giapponese) idea della Visual Memory Unit, il controller si rivelava “pachidermico” e molto scomodo soprattutto a causa delle dimensioni, inoltre presentava delle caratteristiche obsolete per i tempi, che rappresentavano in alcuni casi un passo indietro rispetto allo STUPENDO pad del Saturn. Cioè, qualcuno mi spiega come può il pad di una macchina successiva alla Playstation avere solo uno stick analogico e solo 6 pulsanti invece che 8 come avevano, appunto, il pad della PSX e quello STUPENDO del Saturn. Come se ciò non bastasse, per fare spazio alle famigerate VMU, il cavo di collegamento alla console invece di finire (come logico) nella parte alta del controller, finiva in quella bassa, “puntando” il giocatore piuttosto che la macchina, risultando quanto meno scomodo anche per la sua lunghezza non generosa. Aggiungete a questo una croce direzionale sufficente ma non eccezionale e capirete che Dreamcast : pad = Megadrive : 32x

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Vittima della video invasione degli alieni del 1978 viene totalmente privato della volontà e plasmato ad immagine e somiglianza dei "Nuovi Dei" digitali dai loro contemporanei araldi robotici giapponesi. Piombato in un abisso informatico dal quale è impossibile riemergere vive la costante evoluzione tecnologica con fervente entusiamsmo ma con la consapevolezza che non c'è futuro se non si conosce e si rispetta il passato. Commodoriano di ferro ma con solide e profonde radici Atariane, non potrebbe trovarsi a suo agio se non in una gabbia di matti... e per questo sta tanto bene nella redazione di The Retrogames Machine...

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5 Risposte to “La potenza è nulla senza “controller””

  1. silverf0x0 scrive:

    Leggo sempre con soddisfazione questi articoli :)
    L’unica cosa che non capisco è l’assenza del tricorno del N64. Alla fine parliamo di un joypad abbastanza importante, almeno dal punto di vista storico (probabilmente ha spianato la strada al dual-shok e tutta la corazzata di pad analogici)

  2. MetalRedStar scrive:

    Ciao Silverf0x0…. in effetti in molti mi hanno chiesto la stessa cosa come anche perché la presenza tra i flop del pad Dreamcast che per quanto non ecczionale non può essere certo considerato pessimo.

    La risposta è semplice.

    Avrai notoato come l’articolo non stila una classifica dei migliori e peggiori pad di tutti i tempi ma è concepito per prendere in esame le varie generazioni del gaming domestico e decretare il migliore e il peggior controller riferito a quel periodo.

    Abbiamo preso questa decisione perché pensiamo che sarebbe stato ridicolo confrontare (ad esempio) il dual shock e il joy dell’atari 2600 mettendoli sullo stesso piano semplicemente per il fatto di esserer entrambi dei controllers.

    Le esigenze dei giocaotri e dell’evoluzione del gameplay sono state talmente profonde da far si che ciò che era innovativo ed eccezionale 20 anni fa non lo sia oggi ma sarebbe ingiusto non tributare gli onori a prodotti d’epoca solo perch non al passo con il fururo remoto.

    Per questo il pad del N64 non appare nell’articolo. Perché facendo parte della generazione comprendente anche PS1, Saturn e Jaguar (tra gli altri) gli abbiamo ritenuto superiore il Dual Shock (che è quindi il TOP di quella Generazione) mentre i flop sono rappresentati da Jaguar e Cd32 essendo il pad Nintendo ben superiore a questi ultimi.

    Spero di aver risposto ai tuoi dubbi.

    Un saluto e seguici sempre!

  3. silverf0x0 scrive:

    Hai ragione Metal, in effetti ho riportato molto male il pensiero. Avrei dovuto scrivere che è un peccato non vedere nella lista il pad dell’N64, ma per come è congegnato il pezzo ha perfettamente senso.

  4. Mario scrive:

    Il fatto è che il pad del n64 era ben superiore al dual shock, quel aborto di croce direzionale sfornato dalla sony era scomodissimo!
    Provate invece quella del n64 e vediamo se non è il caso di riscrivere quella parte di articolo! :D

    Grandi anni comunque, contento di averli vissuti in pieno!

  5. Ciao Emiliano, bell’articolo, ma stavolta mi sento di intervenire per difendere un controller che hai messo nei “FLOP” e che invece ho usato molto e con soddisfazione. Si tratta dell’Atari PAD del 7800. All’epoca era uno dei pochi Joypad con presa standard Atari e si poteva quindi usare anche su C64, Amiga ecc. ecc. e devo dire che sebbene confermo l’oscenità del design e la scarsezza dei materiali utilizzati devo invece difendere la sua risposta d’uso nel gioco (senza mai usare ovviamente l’inutile minijoy accessorio). All’epoca avevo anche il master system, e anch’esso aveva il connettore standard “atari” ma il suo joypad, sebbene migliore come design, era assolutamente scarsissimo come risposta ed ergonomia, molto più dell’Atari PAD che sebbene più brutto ti confermo che rispondeva bene ai comandi di gioco… conosco gente che lo usa ancora oggi per giocare (non io perché non gioco più dai tempi di Lemmings :D ).

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